CEI EN 61340-5-1
Che cos’è l’ESD
È una scarica elettrica causata dal trasferimento di elettricità statica da un oggetto ad un altro. La carica elettrica si può formare per sfregamento e separazione tra due materiali differenti, ad esempio: per calpestio su pavimenti sintetici, per sfregamento del corpo su indumenti sintetici, per spostamento di contenitori di plastica, per srotolamento di nastro PVC adesivo.
Ambienti di utilizzo delle calzature ESD
Le calzature della linea esd garantiscono un’ alta dissipazione elettrostatica, in ambienti con macchinari a controllo elettronico, assemblaggio di microchip o transistor, camere bianche, industrie chimiche, ambienti a rischi di esplosione. Si tratta di calzature che hanno lo scopo di proteggere dispositivi elettronici sensibili (e non l'utilizzatore) da cariche elettrostatiche.
(*) Normativa ESD CEI EN 61340-5-1: Secondo la normativa la resistenza verso terra deve essere compresa tra 0,1 - 35 MOhm
EN 61482-1-2:2008
La EN 61482-1-2:2008 stabilisce i metodi di prova e la determinazione delle classi di protezione dall'arco elettrico di materiale e indumento usando il metodo dell'arco forzato e diretto - box text (metodo europeo)
L'abbigliamento che rispetta i requisiti di questa normativa consente di essere indossato da lavoratori che necessitano protezione dall'arco elettrico
EN13402
E' lo standard europeo per le etichette che indicano la taglia dei vestiti. Esso è basato sulle dimensioni del corpo, misurate in centimetri. Questo standard dovrebbe sostituire i molti sistemi di misura presenti nei vari paesi europei. Il suo utilizzo è raccomandato a partire dal 2007.
Motivazione
I sistemi di misura dei vestiti riportate sulle etichette possono essere classificate in tre categorie:
- Dimensioni del corpo: l'etichetta indica per quale intervallo della dimensione del corpo il prodotto è stato disegnato. (Ad esempio: un casco da bicicletta può riportare sull'etichetta la scritta "circonferenza della testa: 56-60 cm" oppure su un paio di scarpe può essere scritto "lunghezza del piede: 28cm")
- Dimensioni del prodotto: l'etichetta indica le misure del prodotto. (Ad esempio, un paio di pantaloni riporta la lunghezza della gamba interna del pantalone, e non la lunghezza della gamba, solitamente maggiore, di chi lo andrà ad utilizzare)
- Misure ad-hoc: L'etichetta fornisce un numero o un codice che non ha una relazione ben chiara con alcuna misura. (Ad esempio: Numero 36 delle scarpe, XL per una T-shirt)
I vestiti sono stati spesso etichettati usando sistemi di misura di quest'ultima categoria. Questo approccio presenta alcuni svantaggi:
- È generalmente diffuso solo a livello locale, un solo produttore, o un solo paese.
- Le misure ad hoc cambiano con il tempo, assottigliando o inflazionando le dimensioni per accondiscendere al desiderio dei clienti di avere misure più piccole o più grandi di quelle reali.
- Necessità di complessi metodi di controllo della misura per fare acquisti la dove non c'è possibilità di provare il capo acquistato, ad esempio per ordini per corrispondenza.
- Per molti capi di abbigliamento, più di una misura del corpo deve essere effettuata per ottenere un corretta scelta della misura del capo. Alle volte due misure indipendenti, qualche volta tre sono necessarie.
- Sistemi di misura ad-hoc generati negli anni 1950 non sono più adeguati per la popolazione di oggi, in quanto in questi ultimi anni c'è stata una traslazione delle distribuzioni delle dimensioni della popolazione, collegata con un cambio delle abitudini alimentari e dello stile di vita della popolazione.
Il Comitato Europeo di Normazione CEN/TC 248/WG 10 iniziò nel 1996 il processo di armonizzazione degli sistemi di misura dei vestiti per giungere allo nuovo standard europeo EN 13402. Esso è basato su:
- dimensioni del corpo
- sistema metrico decimale
- informazioni da studi antropometrici effettuati sulla popolazione Europea
- standard internazionali, i.e. ISO 3635
EN 13402-1: Terminologia, definizioni e metodo di misura
La prima parte dello standard definisce un insieme di dimensioni del corpo che devono essere usate per determinare la taglia del capo d'abbigliamento. Definisce inoltre le linee guida per effettuare tali misure del corpo.
- Circonferenza della testa
- misura della circonferenza orizzontale massima della testa ad di sopra delle orecchie.
- misura della circonferenza del collo presa con un metro da sarta, due centimetri sotto il pomo d'Adamo e al livello della VII vertebra cervicale.
- circonferenza orizzontale massima misurata quando il soggetto è in posizione eretta, respira normalmente. Il metro deve passare sopra le scapole, sotto le ascelle.
- circonferenza orizzontale massima del seno misurata quando il soggetto è in posizione eretta e respira normalmente. Il metro deve essere posizionato orizzontalmente, deve passare sotto le ascelle, e deve essere posizionato nel punto di massima sporgenza del seno (possibilmente misurato facendo una moderata tensione, quando il soggetto indossa un reggipetto che non deforma il seno).
- circonferenza del corpo sotto il seno.
- circonferenza della linea naturale della vita tra l'anca e le costato, misurata quando il soggetto è in posizione eretta, con l'addome rilassato e respira normalmente.
- Circonferenza massima orizzontale misurata intorno al sedere.
- distanza verticale tra la cima della testa e la pianta dei piedi, misurata quando il soggetto è in posizione eretta, scalzo, e a piedi congiunti. L'altezza dei bambini ancora incapaci di stare in posizione eretta viene effettuata come la linea orizzontale che congiunge il capo alla pianta dei piedi del bambino sdraiato.
- Lunghezza interna della gamba
- distanza tra il cavallo e la pianta dei piedi, quando il soggetto è in posizione verticale, con i piedi leggermente divaricati, e il peso del corpo equamente distribuito sui due piedi.
- distanza, misurata con un metro da sarta, a partire dal punto di intersezione del braccio con la scapola, passando sul gomito, e fini alla prominenza del ulna al livello del polso. La misura è fatta tenendo il braccio destro piegato a novanta gradi, con il pungo chiuso appoggiato in grembo.
- massima circonferenza misurata sopra le nocche della mano destra aperta, con le dita, compreso il pollice, unite.
- Distanza orizzontale tra le due perpendicolari che uniscono la parte più prominente del calcagno e il dito più lungo. La misura viene fatta quando il soggetto è in posizione eretta, scalzo e con il peso equamente distribuito sui due piedi.
- misura in chilogrammi fatta con una normale bilancia per persone.
Queste misure dovrebbero essere fatte senza o con il minor numero possibile di vestiti. Tutte le misure, eccetto la massa del corpo, sono espresse in centimetri.
Lo standard definisce anche un pittogramma che rende le etichette non legate alla lingua del paese dove il capo è stato prodotto e/o commercializzato.
EN 13402-2: Misure primarie e secondarie
La seconda parte dello standard definisce per ogni capo di abbigliamento le "misure primarie". La misura primaria è quella dimensione del corpo che deve essere riportata sul capo del vestito.
Per alcuni tipi di abbigliamento una misura non è sufficiente per identificare correttamente la taglia, in tal caso "misure secondarie" sono aggiunte all'etichetta.
Nella tavola seguente le misure primarie e secondarie, così come sono definite nello standard sono riportate. Le misure secondarie sono indicate fra parentesi.
Capo Abbigliamento |
Uomo |
Donna |
Ragazzo |
Ragazza |
Giacca |
circonferenza torace
(altezza, circonferenza vita) |
circonferenza seno
(altezza, circonferenza anca) |
altezza
(circonferenza torace) |
altezza
(circonferenza seno) |
Vestito |
circonferenza torace, circonferenza vita
(altezza, lunghezza gamba interna) |
circonferenza seno
(altezza, circonferenza anca) |
altezza
(circonferenza torace) |
altezza
(circonferenza seno) |
Soprabito |
Circonferenza torace
(altezza) |
circonferenza seno
(altezza) |
altezza
(circonferenza torace) |
altezza
(circonferenza seno) |
Pantaloni |
circonferenza vita
(altezza, lunghezza gamba interna) |
circonferenza vita
(altezza, circonferenza anca, lunghezza gamba interna) |
altezza
(circonferenza vita) |
altezza
(circonferenza vita) |
Gonna |
— |
circonferenza vita
(altezza, circonferenza anca) |
— |
altezza
(circonferenza vita) |
Vestito |
— |
circonferenza seno
(altezza, circonferenza anca, circonferenza vita) |
— |
altezza
(circonferenza seno) |
Maglione, felpa, T-shirt |
circonferenza torace
(altezza) |
circonferenza seno
(altezza) |
altezza
(circonferenza seno) |
altezza
(circonferenza seno) |
Camicia |
circonferenza collo
(altezza, lunghezza braccio) |
circonferenza seno
(altezza) |
altezza
(circonferenza del collo) |
altezza
(circonferenza seno) |
Mutande |
circonferenza vita
(altezza) |
circonferenza vita
(altezza, circonferenza anca) |
altezza
(circonferenza vita) |
altezza
(circonferenza vita) |
Canottiera |
circonferenza torace
(altezza) |
circonferenza seno
(altezza) |
altezza
(circonferenza torace) |
altezza
(circonferenza seno) |
Pigiama |
circonferenza torace
(altezza, circonferenza vita) |
circonferenza seno
(altezza, circonferenza vita, circonferenza anca) |
altezza
(circonferenza torace) |
altezza
(circonferenza seno) |
Costume da bagno e body |
circonferenza vita
(altezza, circonferenza torace) |
circonferenza seno
(altezza, circonferenza anca, circonferenza sottoseno) |
altezza
(circonferenza torace, circonferenza vita) |
altezza
(circonferenza sottoseno, circonferenza seno) |
Reggipetto |
— |
circonferenza sottoseno, circonferenza seno
(misura di coppa) |
— |
circonferenza sottoseno, circonferenza seno
(misura di coppa) |
Corsetto/sopra o intero |
— |
circonferenza sottoseno, circonferenza seno
(altezza, circonferenza anca, circonferenza vita) |
— |
— |
Corsetto/sotto |
— |
circonferenza vita, circonferenza anca
(altezza) |
— |
— |
Collant |
— |
altezza
(circonferenza vita, massa) |
— |
altezza |
Calze |
— |
lunghezza del piede |
Calzini |
lunghezza del piede |
Guanti |
circonferenza della mano |
Cappello |
circonferenza della testa |
EN 13402-3: Misure ed intervalli
La terza parte dello standard definisce quali sono le misure primarie e secondarie da applicare preferibilmente ad ogni capo di vestiario.
I prodotti non dovrebbero riportare una indicazione della misura media per cui tale capo è stato fabbricato, ma invece l'intervallo delle dimensioni per cui tale indumento è disegnato. Ad esempio, l'indicazione sull'etichetta di una giacca tagliata per una persona alta 176 cm, non dovrebbe riportare "altezza: 176", ma "altezza: 172-180", essendo quest'intervallo dello standard in cui i 176 cm ricadono. Infatti le misure di altezza sono definite in intervalli di 8 cm:
Altezza |
... |
160 |
168 |
176 |
184 |
192 |
200 |
... |
Intervallo |
... |
156-164 |
164-172 |
172-180 |
180-188 |
188-196 |
196-204 |
... |
Per i pantaloni, l'intervallo dell'altezza è ridotto a 4 cm:
Altezza |
... |
156 |
160 |
164 |
168 |
172 |
176 |
Intervallo |
... |
154-158 |
158-162 |
162-166 |
166-170 |
170-174 |
174-178 |
Altezza |
180 |
184 |
188 |
192 |
196 |
200 |
... |
Intervallo |
178-182 |
182-186 |
186-190 |
190-194 |
194-198 |
198-202 |
... |
Lo standard definisce tabelle per le singole dimensioni e per i singoli capi d'abbigliamento. Nel seguito vengono dati alcuni esempi.
Uomo
Lo standard definisce la misura e gli intervalli della circonferenza toracica e di quella della vita.
Circonferenza toracica |
84 |
88 |
92 |
96 |
100 |
104 |
108 |
112 |
Intervallo |
82-86 |
86-90 |
90-94 |
94-98 |
98-102 |
102-106 |
106-110 |
110-114 |
Circonferenza vita |
72 |
76 |
80 |
84 |
88 |
92 |
96 |
100 |
Intervallo |
70-74 |
74-78 |
78-82 |
82-86 |
86-90 |
90-94 |
94-98 |
98-102 |
Circonferenza toracica |
116 |
120 |
126 |
132 |
138 |
144 |
Intervallo |
114-118 |
118-123 |
123-129 |
129-135 |
135-141 |
141-147 |
Circonferenza vita |
104 |
108 |
114 |
120 |
126 |
132 |
Intervallo |
102-106 |
106-111 |
111-117 |
117-123 |
123-129 |
129-135 |
La tabella riportata qui sopra è caratterizzata da avere una differenza tra la circonferenza toracica e quella di vita di 12 cm. Infatti i produttori solitamente disegnano i loro modelli secondo queste misure. Se ad esempio una giacca è per una circonferenza toracica di 100 cm, essa sarà appropriata per una persona la cui circonferenza in vita è di 88 cm. Molti produttori immettono sul mercato anche modelli per circonferenze di vita nell'intervallo superiore ed inferiore a quello definito dallo standard. Così che, in generale, una persona con circonferenza toracica 100 cm, può facilmente trovare un capo se la sua circonferenza in vita è nell'intervallo 82–94 cm.
Lo standard suggerisce inoltre quale circonferenza del collo dovrebbe essere associata alla circonferenza toracica. Questi suggerimenti sono riportati nella tavola seguente:
Circonferenza collo |
37 |
38 |
39 |
40 |
41 |
42 |
43 |
44 |
Intervallo |
36.5-37.5 |
37.5-38.5 |
38.5-39.5 |
39.5-40.5 |
40.5-41.5 |
41.5-42.5 |
42.5-43.5 |
43.5-44.5 |
Circonferenza toracica |
88 |
92 |
96 |
100 |
104 |
108 |
112 |
116 |
Circonferenza collo |
45 |
46.5 |
48 |
49.5 |
51 |
Intervallo |
44.5-45.8 |
45.8-47.3 |
47.3-48.8 |
48.8-50.3 |
50.3-51.1 |
Circonferenza toracica |
120 |
126 |
132 |
138 |
144 |
Lo standard inoltre indica la lunghezza del braccio in funzione dell'altezza:
Altezza |
156 |
160 |
164 |
168 |
172 |
176 |
180 |
184 |
188 |
192 |
196 |
200 |
Lunghezza braccio |
60 |
61 |
62 |
63 |
64 |
65 |
66 |
67 |
68 |
69 |
70 |
71 |
Intervallo |
59-60 |
60-61 |
61-62 |
62-63 |
63-64 |
64-65 |
65-66 |
66-67 |
67-68 |
68-69 |
69-70 |
70-71 |
Donna
Misure vestiti
Le misure standard e gli intervalli per le circonferenze del seno, della vita e dei fianchi sono:
Circonferenza seno |
76 |
80 |
84 |
88 |
92 |
96 |
100 |
104 |
110 |
Intervallo |
74-78 |
78-82 |
82-86 |
86-90 |
90-94 |
94-98 |
98-102 |
102-107 |
107-113 |
Circonferenza vita |
60 |
64 |
68 |
72 |
76 |
80 |
84 |
88 |
94 |
Intervallo |
58-62 |
62-66 |
66-70 |
70-74 |
74-78 |
78-82 |
82-86 |
86-91 |
91-97 |
Circonferenza fianchi |
84 |
88 |
92 |
96 |
100 |
104 |
108 |
112 |
117 |
Intervallo |
82-86 |
86-90 |
90-94 |
94-98 |
98-102 |
102-106 |
106-110 |
110-115 |
115-120 |
Circonferenza seno |
116 |
122 |
128 |
134 |
140 |
146 |
152 |
Intervallo |
113-119 |
119-125 |
125-131 |
131-137 |
137-143 |
143-149 |
149-155 |
Circonferenza vita |
100 |
106 |
112 |
118 |
124 |
130 |
136 |
Intervallo |
97-103 |
103-109 |
109-115 |
115-121 |
121-127 |
127-133 |
133-139 |
Circonferenza fianchi |
122 |
127 |
132 |
137 |
142 |
147 |
152 |
Intervallo |
120-125 |
125-130 |
130-135 |
135-140 |
140-145 |
145-150 |
150-155 |
Misure reggipetto
Le misure standard per i reggiseni sono la circonferenza di seno e quella di sottoseno.
La circonferenza di sottoseno è la misura principale, ed è indicata in termini numerici. Nelle tavole seguenti sono indicati gli intervalli.
Circonferenza sottoseno |
60 |
65 |
70 |
75 |
80 |
85 |
90 |
95 |
Intervallo |
58-62 |
63-67 |
68-72 |
73-77 |
78-82 |
83-88 |
88-92 |
93-98 |
Circonferenza sottoseno |
100 |
105 |
110 |
115 |
120 |
125 |
Intervallo |
98-102 |
103-108 |
108-112 |
113-118 |
118-122 |
123-128 |
La misura secondaria è la coppa, che è indicativa della differenza tra la circonferenza del seno e di quella del sotteseno. La coppa è indicata con una lettera.
Code |
AA |
A |
B |
C |
D |
E |
F |
G |
Differenza tra circonferenze |
10-12 |
12-14 |
14-16 |
16-18 |
18-20 |
20-22 |
22-24 |
24-26 |
Ad esempio, un reggiseno di misura 70B è adatto per una persona con circonferenza di sottoseno nell'intervallo 68–72 cm e con una circonferenza di seno nell'intervallo 84–86 cm.
Codici letterali
Per gli indumenti in cui grandi intervalli sono sufficienti ad indicare la taglia, lo standard definisce una codifica letteraria. Questo codice si basa sulla misura della circonferenza del seno per le donne e della circonferenza toracica per gli uomini. Lo standard definisce un codice letterale per i bambini.
Significato |
Codice |
Circonferenza toracica (uomini) |
Circonferenza seno (donne) |
extra extra small |
XXS |
70-78 |
66-74 |
extra small |
XS |
78-86 |
74-82 |
small |
S |
86-94 |
82-90 |
medium |
M |
94-102 |
90-98 |
large |
L |
102-110 |
98-106 |
extra large |
XL |
110-118 |
107-119 |
extra extra large |
XXL |
118-129 |
119-131 |
extra extra extra large |
3XL |
129-141 |
131-143 |
TAGLIA |
GUANTI |
CAPPELLI |
CALZE |
XXS |
16,5 cm |
55 cm |
39-39,5 |
XS |
17,8 cm |
56 cm |
40-40,5 |
S |
19 cm |
57 cm |
41-41,5 |
M |
20,3 cm |
58 cm |
42-42,5 |
L |
21,6 cm |
59 cm |
43-43,5 |
XL |
22,9 cm |
60 cm |
44-44,5 |
2XL |
24 cm |
61 cm |
45-45,5 |
Ogni intervallo in questa codifica è largo quanto due intervalli nella codifica numerica.
Se necessario la codifica può essere estesa in alto o in basso oltre la XXS o 3XL. Ad esempio:
Codice |
Circonferenza toracica (uomini) |
Circonferenza seno (donne) |
4XL |
141-154 |
143-155 |
5XL |
154-166 |
155-167 |
EN 13402 e la taglia italiana
GIRO PETTO |
GIRO VITA |
LUNGHEZZA GAMBA |
TAGLIA EN 13402 |
TAGLIA IT |
JEANS |
INTIMO |
CINTURE |
86-89 |
77-80 |
98-101 |
XS |
44 |
29 |
1 |
80 cm |
90-93 |
81-84 |
100-102 |
S |
46 |
30-31 |
2 |
85 cm |
94-97 |
82-85 |
103-106 |
M |
48 |
32-33 |
3 |
90 cm |
98-101 |
86-89 |
105-108 |
L |
50 |
34-35 |
4 |
95 cm |
102-105 |
90-94 |
107-109 |
XL |
52 |
36-37 |
5 |
100 cm |
106-109 |
95-99 |
108-110 |
2XL |
54 |
38-39 |
6 |
105 cm |
110-113 |
100-104 |
109-112 |
3XL |
56 |
40-41 |
7 |
110 cm |
114-117 |
105-109 |
111-114 |
4XL |
58 |
42-43 |
8 |
115 cm |
118-121 |
110-114 |
112-115 |
5XL |
60 |
44-45 |
9 |
120 cm |
122-125 |
115-119 |
114-116 |
6XL |
62 |
46-47 |
10 |
125 cm |
126-129 |
120-124 |
115-117 |
7XL |
64 |
48-49 |
11 |
130 cm |
HCCP
L'HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Point, letteralmente tradotto Analisi del Pericolo e Controllo dei Punti Critici), analizza i possibili pericoli verificabili in ogni fase del processo produttivo e nelle fasi successive come lo stoccaggio, il trasporto, la conservazione e la vendita o somministrazione al consumatore.
L'Hazard Analysis and Critical Control Point, nato negli Stati Uniti negli anni 60, è stato introdotto in Italia con il D.Lgs 155/1997 e prevede l'obbligo di applicazione del protocollo HACCP per tutti gli operatori del settore alimentare. Questa normativa, sostituita dal Reg. CE 852/2004 entrato in vigore dal 01/01/2006 e recepito in Italia con il D.Lgs 193/2007, decreta pene e sanzioni per inadempienza della stessa.
L'HACCP si basa sui sette principi:
- Individuazione e analisi dei pericoli associati alla produzione di un alimento in tutte le sue fasi
- Definizione dei limiti critici
- Definizione della procedure di monitoraggio
- Definizione e pianificazione delle azioni correttive
- Definizione delle procedure di verifica
- Definizione delle procedure di registrazione
Sono tenute ad avere un piano di autocontrollo tutte le imprese operanti nel settore alimentare come ad esempio bar, pasticcerie, macellerie, pescherie ecc. Gli operatori della ristorazione, in particolare nelle cucine, è necessario che seguano alcune importanti regole:
- Cura igiene personale
- Sul nostro corpo sono presenti milioni di microrganismi, spesso di origine batterica, che possono essere eliminati grazie ad un'accurata igiene personale.
Le mani possono contenere più facilmente tali batteri e trasmetterli. Per questo è molto importante che le unghie siano tagliate il più corto possibile, per evitare che batteri e sporcizia possano annidiarsi sotto di esse e che siano prive di smalto che impedisce di vedere lo sporco sotto le unghie. In cucina poi sono vietati braccialetti, orologi, anelli, orecchini o collane che sono ottimi trasmettitori di batteri. Per chi non usa guanti (idonei al contatto prolungato degli alimenti), tra una fase di lavoro ed un'altra le mani devono essere accuratamente lavate con sapone ed acqua calda; è opportuno poi che vengono asciugate con asciugamani monouso o sempre puliti.
Anche i capelli sono veicolo di trasmissione di batteri pertanto vanno tenuti sempre puliti, raccolti e coperti con un copricapo (come berretti o cappelli da chef, buste con o senza rete).
La barba deve essere rasata da non più più di due giorni o, se lunga, curata.
- Abbigliamento appropriato
- È obbligatorio indossare abiti da lavoro adeguati (come una giacca chef) e puliti per non trasportare germi e batteri all'interno della cucina. Tali abiti vanno riposti in armadi che presentino una divisione da quelli ad uso privato. I tessuti devono essere di colore chiaro, in modo tale da vedere più facilmente i residui di sporco e vanno cambiati ogni giorno. Anche le calzature per lo stesso motivo devono essere di colore chiaro possibilmente senza lacci (un mocassino impedisce che oli o acqua penetrino all'interno della scarpa) dotate come requisito minimo di suola antiscivolo (certificata SRC o almeno SRB o SRA) e tomaia resistente all'acqua (S2) come da normativa EN20345 o EN20346.
- Igiene e conservazione di cibi e materie prime
- Bisogna sempre controllare che la merce sia confezionata in maniera adeguata per evitare il proliferare di batteri. È opportuno che venga sempre coperta con coperchi o pellicole per evitare che i microrganismi presenti nell'aria possano contaminarla. I cibi è opportuno che vengono serviti caldi ad una temperatura non inferiore ai 70 gradi, in modo che il calore penetri all'interno ed uccida i batteri. La fase di raffreddamento deve avvenire rapidamente passando da 65 a 10 gradi in non più di due ore.
- Attenzione allo scongelamento dei cibi
- Bisogna lasciar scongelare lentamente i grandi pezzi di carne o di pollo (preferibilmente in frigorifero e non a temperatura ambiente) perché, se rimangono congelati all'interno, i batteri possano riprodursi.
- Assaggiare le pietanze nel modo appropriato
- Quando si assaggia una portata per verificare il sapore e la cottura, bisogna fare attenzione che la saliva non finisca nella pietanza, ad esempio utilizzando lo stesso cucchiaio.
Normativa Atex
La normativa Atex è una normativa europea che richiede a tutti i datori di lavoro di controllare i rischi relativi alle esplosioni di alcune atmosfere. Raggruppa due direttive dell'unione euroepea: 2014/34/UE (regolamentazione delle apparecchiature destinate all'impiego in zone a rischio di esplosione; 99/92/UE (sicurezza e salute dei lavoratori in ambienti esplosivi). Per questo è necessaria una valutazione del rischio di esplosione nell'azienda per consentire l'individuazione di tutti i luoghi in cui possono formarsi atmosfere esplosive e dotarsi dei mezzi per evitare le esplosioni. Un'esplosione può verificarsi quando sono presenti vari elementi quali un comburente, un combustibile, gas o vapori, polveri. Quando si individua un rischio di esplosione in un ambiente, gli viene collegato un requisito di sicurezza che impone l'utilizzo di dispositivi specifici detti antideflagranti. Questi dispositivi garantiscono modalità di protezione finalizzate ad eliminare i rischi di esplosione.
Gli ambienti atex sono suddivisi in tre zone: zone 0,1 o 2 per i gas, zone 20, 21 o 22 per le polveri. Esistono due gruppi di materiali: gruppo I caso specifico delle miniere, gruppo II tutte le industrie di superficie. Per quanto riguarda il secondo gruppo ad ogni classificazione di ambiente atex è collegata un specifica categoria di apparecchiature: per la zona 0 (gas) e la zona 20 (polveri) dove il rischio è permanente la classificazione atex delle apparecchiature da utilizzare è categoria 1 (livello molto elevato); per le zone 1 e 21 (rischio frequente) categoria 2; per le zone 2 e 22 (rischio occasionale) livello 3.
Il nome Atex deriva da ATmospheres ed EXplosibles.
Per quanto riguarda l'abbigliamento a normativa atex, solitamente i capi antistatici sono a norma.
UNI EN 11611:2008
La UNI EN 11611:2008 certifica gli indumenti di protezione per la saldatura e per i procedimenti connessi. La norma specifica i requisiti fondamentali di sicurezza e i metodi di prova per gli indumenti protettivi.
L'abbigliamento che rispetta i requisiti di questa normativa consente di essere indossato da saldatori o da lavoratori impiegati in tutti i procedimenti connessi alla saldatura. Il materiale con il quale è realizzato protegge da scintille anche a contatto con l'indumento stesso.
UNI EN 11612:2009
La UNI EN 11612:2009 certifica gli indumenti di protezione per i lavoratori dell'industria esposti al calore ad esclusione degli indumenti per i vigili del fuoco e saldatori.
L'abbigliamento che rispetta i requisiti di questa normativa consente di essere indossato da tutti quei lavoratori che sono a contatto con il calore. Il proban è un processo di fissaggio che rende i tessuti ignifughi. Attraverso vari passaggi di impregnazione, polimerizzazione e ossidazione, le molecole di proban vengono fissate nella fibra del cotone e vi restano per tutta la durata del capo di abbigliamento.
UNI EN 14058:2014
La UNI EN 14058:2004 è la normativa che specifica i requisiti e i metodi di prova dell'abbigliamento protettivo contro il raffreddamento del corpo in ambienti freddi. Per ambienti freddi si intende un luogo caratterizzato da una possibile combinazione di umidità e di vento a temperatura di meno cinque gradi o maggiore.
L'abbigliamento antifreddo che rispetta i requisiti di questa normativa consente di mantenere il corpo caldo anche a basse temperature, favorendo la traspirazione e l'espulsione dal corpo del sudore che si può generare mentre si lavora. Trattenere il calore ma allo stesso tempo espellere l'umidità generata dal sudore consentono di lavorare in maniera più confortevole e prevenire malanni.
UNI EN 20471:2013
La UNI EN 20471:2013 è la normativa che certifica gli indumenti ad alta visibilità, stabilendo metodi di prova e requisiti. Determina le classi di certificazione (classe 2 e classe 3) e i requisiti fondamentali di progettazione dei capi. Sono DPI di seconda categoria che consentono a lavoratori esposti al traffico veicolare di distinguersi con evidenza, sia di giorno sia di notte. Gli indumenti ad alta visibilità ammessi devono essere di classe 3 o equivalente per tutte le attività lavorative su strade di categorie A, B, C e D o di classe 2 per le strade E ed F urbane o extraurbane. La normativa non consente più in queste cirostanze di indossare capi di abbligliamento in classe 1.
L'abbigliamento alta visibilità che rispetta i requisiti di questa normativa consente di essere visibili sia di giorno che di notte anche nelle condizioni meno illuminate riducendo il rischio di investimento. Tali indumenti sono caratterizzati dai colori arancione o giallo con l'applicazione di bande rifrangenti di colore argento. In alcuni casi a questi colori si aggiunge anche una parte di blu che deve essere comunque inferiore di estensione ai primi due colori.
UNI EN 340
Gli abiti da lavoro devono soddisfare determinate normative per poter essere considerati idonei. Secondo il D.lgs 475/92 articolo 4 comma 3, i DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) vengono raggruppati in 3 categorie:
- Prima categoria i DPI di progettazione semplice destinati a salvaguardare la persona da rischi di danni fisici di lieve entità.
- Terza categoria i DPI di progettazione complessa destinati a salvaguardare da rischi di morte o da lesioni gravi di carattere permanente
- Seconda categoria i DPI che non appartengono alle prime due categorie.
Altro requisito fondamentale è la
marcatura del prodotto. Nelle etichette infatti, devono essere indicati:
- Marchio di identificazione del fabbricante o rappresentante
- Nome o codice del prodotto
- Taglia
- Norma di riferimento
- Istruzioni per la manutenzione e numeri di cicli di lavaggio
- Pittogramma
La norma che devono rispettare è la UNI EN 340/04 che specifica i requisiti prestazionali generali per:
- Innocuità:
- 1. L'indumento di protezione non deve pregiudicare la salute e l'igiene dell'utilizzatore
- 2. Deve essere fabbricato con materiali come tessuti, cuoio, gomme, materie plastiche dei quali sia stata dimostrata l'idoneità chimica
- 3. I materiali, nelle condizioni prevedibili di normale utilizzo, non devono rilasciare o deteriorarsi fino al punto di rilasciare sostanze generalmente note come tossiche, cancerogene, mutagene, allergeniche, tossiche per la riproduzione o altrimenti nocive
- Indossabilità:
- 1. L'indumento deve essere progettato e realizzato in modo tale da facilitarne l'indossabilità dell'utilizzatore tramite sistemi di regolazioni adeguati
- Copertura:
- L'indumento deve essere progettato e realizzato in modo tale che, durante l'utilizzo, nessuna parte del corpo rimanga scoperta (per esempio si deve garantire la sovrapposizione tra giubbino e pantalone)
- Compatibilità:
- La progettazione e la realizzazione devono tener conto della possibilità di integrazione con altri DPI (guanti, scarpe ecc.)
- Resistenza meccanica:
- Deve essere definita una una proprietà meccanica minima per valutare la resitenza del capo a trazione, lacerazione, abr